In corso d’opera. Una collana di albi illustrati sulle tecniche artistiche

In corso d’opera. Una collana di albi illustrati sulle tecniche artistiche

13 Novembre 2023 Off Di claudia pazzini
Stella Nosella, Andrea Oblerosler, In corso d’opera. Antonio Canova, L’orto della cultura editore.

Un paio di anni fa ho avuto modo di assistere alla presentazione di una nuova collana chiamata In corso d’Opera dedicata alle tecniche artistiche, ideata da Stella Nosella, e pubblicata da L’Orto della Cultura. Il primo albo illustrato uscito nel 2021 in collaborazione con la Fondazione Canova e il dipartimento educativo della Gipsoteca di Possagno, è dedicato ad Antonio Canova e alla tecnica della scultura, scritto da Stella Nosella che ha saputo affrontare un soggetto così complesso con grande abilità e freschezza e illustrato da Andrea Oblerosler disegnando magistralmente con le penne a sfera per evocare i segni dello scalpello. L’anno seguente è stata la volta di Giotto e della tecnica dell’affresco utilizzata nella Cappella Scrovegni di Padova, albo scritto sempre da Stella Nosella, illustrato da Andrea Alemanno e pubblicato in collaborazione con il Museo degli Eremitani.

L’idea di fondo di questa collana è originale perché in queste biografie di artisti si cerca maggiormente la dimensione del racconto dell’opera d’arte nel suo farsi, attraverso dinamiche divertenti e situazioni avvincenti con cui vengono svelati i retroscena della creazione di un’opera d’arte e anche le modalità di realizzazione di queste ultime, evitando digressioni didascaliche e nozionistiche.

Mi sono subito resa conto che In corso d’opera poteva essere la cornice ideale dove presentare la scuola di ricamo fondata da Romeyne Ranieri di Sorbello all’inizio del XX secolo in Umbria che sto studiando da anni in qualità di curatrice delle collezioni della casa museo di Palazzo Sorbello a Perugia. Non è facile parlare al giorno d’oggi di antiche tecniche artigianali ai bambini nativi digitali delle nuove generazioni che non hanno nemmeno mai visto un tessuto ricamato. Proprio per questo da tempo tenevo nel cassetto un progetto per un albo illustrato sul ricamo e sulla figura di Romeyne, imprenditrice di origini americane, aderente alla corrente modernista e sostenitrice dell’emancipazione femminile attraverso lo sviluppo dell’artigianato locale su scala internazionale. Su di lei ho scritto già un primo libro dal titolo Maria Montessori tra Romeyne Ranieri di Sorbello e Alice Franchetti. Dall’imprenditoria femminile modernista alla creazione del Metodo, pubblicato nel 2021 da Fefè Editore in cui racconto di come Romeyne fondò nel 1903 una scuola di ricamo presso la tenuta estiva di famiglia in località Pischiello, presso il Lago Trasimeno. Ne ho parlato anche qui nel blog in merito alla biblioteca di albi illustrati dei suoi figli che è stata oggetto di una mostra da me curata nel 2019 dal titolo Coltivare l’immaginario. Albi illustrati e giochi dei bambini di Palazzo Sorbello.

Claudia Pazzini, Maria Montessori tra Romeyne Ranieri di Sorbello e Alice Franchetti. Dall’imprenditoria femminile modernista alla creazione del Metodo, Fefè Editore.

Qui, con solo otto operaie, reclutate tra le giovani donne delle famiglie di contadini che lavoravano le terre dei Sorbello, aprì questo laboratorio di ricamo sotto la direzione artistica di Carolina Amari, una delle più grandi studiose di ricamo antico dell’epoca. Con l’aiuto della maestra Amelia Pompili, le giovani impararono le tecniche di ricamo e potevano svolgere la loro attività comodamente a domicilio, riuscendo così a conciliare famiglia e lavoro. Ogni tessuto ricamato prodotto dalla Scuola di Ricamo Ranieri di Sorbello era un pezzo unico, realizzato su ordinazione. I motivi ornamentali ricamati erano tratti da antichi disegni rinascimentali o della tradizione locale e come marchio di fabbrica avevano un particolare effetto tridimensionale derivato dall’uso del Punto Umbro, brevettato da Romeyne, e lavorato con un filo di lino grosso su tela di canapa o lino prodotta dal laboratorio femminile Tela Umbra di Città di Castello, fondato a sua volta dalla baronessa Alice Franchetti, sua cara amica.
Nel giro di pochi anni la scuola di ricamo si espanse fino a contare cento lavoratrici. Nel 1907 Romeyne ebbe modo di incontrare la regina Margherita di Savoia a Perugia e in quell’occasione le donò un prodotto della sua scuola. I ricami Sorbello venivano esposti nelle più importanti fiere internazionali, vincendo numerosi premi, in particolare all’Esposizione Internazionale di Milano (1906) e di Torino (1911) e all’Esposizione Universale di Bruxelles (1910).


In un momento storico in cui l’editoria per l’infanzia presta particolare attenzione a modelli femminili positivi e incoraggianti per la parità di genere, mi sono messa in gioco scrivendo il mio primo albo illustrato in cui racconto la storia di Romeyne e della sua scuola di ricamo ai bambini. Non è stata una sfida facile, soprattutto per chi come me viene da una solida formazione accademica. Pur avendo avuto subito una buona idea per una storia avventurosa e divertente, come Alessandro Manzoni, ho dovuto sciacquare più volte i panni in Arno con varie stesure, per non cadere nella tentazione di trasmettere concetti didattici.

Il piacere di una buona storia per me era imprescindibile e la chiave per non tradire questo buon proposito è stata quella di innescare un costante processo di sintesi e semplificazione, un po’ doloroso per una storica di professione, ma liberatorio allo stesso tempo. Il segreto è stato quello di tornare un po’ bambina e di immedesimarmi in Agata una delle due protagoniste della storia e di immaginarmi nei suoi panni in quei luoghi che studio da anni con altri occhi.
Claudia Pazzini, Matteo Gaggia, I ricami di Romeyne, L’orto della Cultura.


Tutto ha inizio nel primo giorno di scuola di Emma, giovane contadina che vive nei pressi del lago Trasimeno, che inizia a frequentare una scuola speciale dove insegnano a ricamare tessuti. Sbadatamente, dimentica il cestino con i materiali per il cucito a casa e la sua sorellina Agata corre alla villa del Pischiello per portarglielo prima che la sgridino. Lì incontra Romeyne Ranieri di Sorbello, agitata per l’arrivo di un ospite molto importante per cui vorrebbe creare un’opera ricamata eccezionale, ma niente
sembra andare bene. Romeyne ha bisogno di un’idea originale per sorprendere il misterioso visitatore che solo alla fine si scoprirà essere la regina Margherita. Agata, intrufolandosi nei discorsi di Romeyne e di Carolina Amari, ha in mente un piano che realizzerà con l’aiuto della sorella maggiore Emma, dando in questo modo una svolta alle vicende.
La storia è piaciuta a Stella Nosella, curatrice della collana In corso d’opera, e il progetto nel corso di un anno e mezzo è diventato il terzo albo illustrato della collana, I ricami di Romeyne Ranieri di Sorbello, con le illustrazioni di Matteo Gaggia.
Un secolo fa, le arti decorative rischiavano di scomparire in favore della modernità e della più vantaggiosa produzione industriale. Allora, donne illuminate come Romeyne Ranieri di Sorbello e Carolina Amari si adoperarono ardentemente per sottrarre all’oblio quella sapienza artigianale e seppero valorizzarla dandole nuova vita attraverso l’imprenditoria femminile.

Perché dunque parlare di ricamo a bambini e bambine di oggi? Mi sento di rispondere che le arti decorative non sono così secondarie come sembra. Per decorare occorre avere un senso della bellezza, un senso della forma, un gusto estetico che si affinano con la pratica manuale.


Le nuove generazioni sono caratterizzate da una scarsa manualità, fanno fatica a usare le forbici, a svolgere attività pratiche creative. Allenano raramente la creatività.

Ricamare è uno dei tanti modi per abbellire un oggetto, per personalizzarlo, per dargli un plusvalore artistico.

Ricamare è anche disegnare, progettare, avere una buona idea, studiare le forme decorative preesistenti per rielaborarle e crearne di nuove.

Ricamare infine non è necessariamente un’attività per sole donne.

Con Matteo Gaggia abbiamo progettato un laboratorio per le attività educative di Palazzo Sorbello in cui i bambini e le bambine sono invitati a portare un tessuto vecchio da riciclare, che sia una maglietta o una federa poco importa. Con l’aiuto di stencil si metteranno alla prova riproducendo un motivo ornamentale della scuola di ricamo Ranieri di Sorbello sulla stoffa, dandole una nuova vita. Quello che desideriamo far sperimentare loro è il potere trasformativo dell’arte, anche nelle sue forme considerate “minori”, ma che minori non sono affatto.

Il ricamo, nella mia personale visione, è uno strumento educativo per rompere gli schemi.


Uscito ufficialmente lo scorso novembre, il libro è stato presentato in anteprima ad Umbrialibri 2023.

Matteo Gaggia, Claudia Pazzini e Stella Nosella alla presentazione dell’albo illustrato In corso d’opera. I ricami di Romeyne ad Umbrialibri 2023