L’importanza di essere un Museo Felice

L’importanza di essere un Museo Felice

7 Novembre 2019 Off Di Claudia Pazzini
Distintivo riconoscitivo dei musei aderenti alla Carta Mom’Art

Nel 2017 Palazzo Sorbello a Perugia, la casa museo di cui sono curatrice, ha aderito alla Carta Mom’Art, diventando così il primo Museo Felice italiano. Mom’Art è un’associazione francese che ha lo scopo di supportare musei ed istituzioni culturali a migliorare l’accessibilità museale e i servizi dedicati alle famiglie con bambini attraverso consulenze professionali ma anche attraverso un blog in cui vengono coinvolte le famiglie per condividere le loro esperienze di visita e per segnalare i musei caratterizzati da un’attenzione particolare ai bambini. Ogni anno Mom’Art organizza tra i musei francesi aderenti alla Carta Mom’Art un concorso per assegnare il premio al museo che maggiormente si è contraddistinto per l’offerta culturale per le famiglie con bambini. Numerose sono le istituzioni europee che partecipano al progetto, in Francia e in altri paesi francofoni come il Belgio e il Canada. L’iniziativa è aperta anche all’Italia. I musei aderenti condividono la stessa missione museale, ossia essere alla portata di tutti, accoglienti e inclusivi, impegnandosi in particolar modo a venire incontro alle esigenze dei piccoli visitatori, tenendo in considerazione i loro diritti.

La Carta Mom’Art sui Dieci diritti del Piccolo Visitatore al museo

I musei che sottoscrivono i principi della Carta Mom’Art si impegnano a rispettare la maggior parte, se non tutti, i dieci punti di cui è costituita, ossia i dieci diritti del Piccolo Visitatore al museo, individuati da un comitato di genitori abituali visitatori museali. Su ciascuno di questi diritti si potrebbe aprire un dibattito molto stimolante. Vi elenco i 10 diritti dei piccoli visitatori con le mie personali riflessioni:

  1. Il bambino ha diritto di visitare a suo ritmo. Il museo ha spesso flussi ingenti di pubblico, un tempo prestabilito e cadenzato per le visite guidate di gruppo con il personale museale o con un audioguida. C’è un tempo prestabilito per la visita. E spesso questo tempo non è adeguato per le esigenze di un bambino che si ritrova in un ambiente a volte nuovo, non familiare, difficile da decifrare nella sua complessità. Andare al suo tempo significa riconoscere la dignità del bambino visitatore. E’ il museo che deve adattarsi alle sue esigenze, non il contrario.
  2. Il bambino ha diritto di avere un’opera d’arte preferita. Sembra un concetto scontato ma non lo è affatto. Anche i bambini di fronte ad un’opera d’arte riflettono, analizzano, osservano, paragonano, assimilano. Con queste operazioni, il bambino formula un suo gusto artistico personale, una sua visione dell’arte ed esprime le sue preferenze.
  3. Il bambino ha diritto a chiudere gli occhi. E perché no? Bisogna sempre guardare tutto in un museo? Chiudere gli occhi significa staccare un attimo la spina. Prendersi del tempo per interiorizzare la visione dell’opera, per percepirla anche con gli altri sensi. Partire dallo stimolo estetico ricevuto per far volare la fantasia altrove. Estraniarsi dal museo. Viverlo in modo libero.
  4. Il bambino ha diritto di sedersi. Prendersi una pausa. Osservare il tran tran di passanti, parlare un po’ con la mamma, guardare fuori dalla finestra. Ascoltare le esigenze del corpo, ascoltare la stanchezza o la noia. Spezzare il ritmo e reinventarlo.
  5. Il bambino ha diritto a copiare. A seguire l’ispirazione nata dalla visione delle opere d’arte. A imitare le opere d’arte per farle proprie. A apprendere attraverso il disegno. A personalizzare la sua visita con strumenti alternativi.
  6. Il bambino ha diritto di chiedere. Di partecipare. Di saperne di più soddisfando le sue curiosità. Di fare un’esperienza coinvolgente e sopratutto attiva al museo.
  7. Il bambino ha diritto di condividere le impressioni. Non solo ha diritto a manifestare il suo pensiero ma ha diritto anche ad essere ascoltato con molta attenzione da un adulto. Quello che i bambini hanno da raccontare sull’arte è spesso di una grande profondità. Attraverso la libera espressione delle proprie reazioni all’arte il bambino rivela se stesso, la sua interiorità, il suo carattere, la sua unicità. Lasciamoci stupire.
  8. Il bambino ha diritto di guardare soltanto i dettagli. Di posare lo sguardo su quello che lo attira o che riconosce familiare; di guardare quello che gli piace o lo incuriosisce. Non è necessario che abbia la percezione della totalità del museo e delle opere d’arte che contiene, piuttosto è importante che ne faccia un’esperienza personale, da interiorizzare.
  9. Il bambino ha diritto di non guardare tutto. Per quanto ricco di stimoli visivi e di bellezza sia un museo, non è la quantità di opere viste che determina il coinvolgimento emotivo del bambino, ma la qualità dell’esperienza, vissuta nella libertà di scegliere ciò di cui si vuole fare esperienza, ciò che risuona nell’anima prima ancora che nell’intelletto.
  10. Il bambino ha diritto di evadere e sognare al museo. Se è vero che il museo è un luogo di memoria e apprendimento, è anche vero che al giorno d’oggi è limitativo definirlo mero strumento didattico. E’ un luogo di aggregazione sociale, dove si pratica il dialogo tra le culture, dove si va per fare un’esperienza di vita unica che comprenda la meraviglia e l’emozione. E’ un luogo dove ritrovare una parte nascosta di sé o uno specchio amplificatore del proprio essere. Un altrove che proietta in mondi materiali e immateriali nuovi o sconosciuti. Un luogo dove coltivare l’immaginario, una facoltà preziosa e spesso trascurata.
Copertina del libro gioco Un viaggio nel tempo a Palazzo Sorbello

In qualità di curatrice di Palazzo Sorbello a Perugia ho voluto con decisione che il nostro museo aderisse alla Carta dei diritti dei bambini Mom’Art e spero che il nostro esempio induca altri musei nazionali, pubblici e privati, ad inserirsi in questo originale progetto. Non ci sono costi da sostenere, la Carta Mom’Art ha degli standard di qualità da rispettare e un impegno concreto da prendere nell’accoglienza museale delle famiglie con bambini. Diventando un Museo Felice, ho dotato Palazzo Sorbello di un angolo per i bambini, pensato a loro misura, mettendo nel Salone di accoglienza alcuni albi illustrati, in italiano e in inglese, per la libera lettura dei bambini, affinchè i piccoli visitatori possano passare l’attesa della visita al palazzo in modo stimolante, con letture come l’albo Il museo delle mie cose di Emma Lewis, Edizioni Clichy, in cui si racconta di una bambina che visita vari musei della sua città e fa esperienza di stupore, divertimento, entusiasmo, fino a crearsi un piccolo museo delle sue cose una volta tornata a casa. Libro particolarmente pertinente alla realtà di Palazzo Sorbello, una casa museo in cui sono esposte le collezioni d’arte dei marchesi Bourbon di Sorbello. Tra gli altri libri a disposizione c’è anche Un viaggio nel tempo a Palazzo Sorbello, un libro gioco scritto da me e illustrato da Cristina Lanotte, che ho ideato per animare le visite delle famiglie con bambini e per lasciare uno strumento di gioco con le collezioni d’arte Sorbello da proseguire a casa, con bamboline dei marchesi da vestire, con antiche ricette di biscotti da provare, con la possibilità di creare un proprio stemma araldico e spedire una cartolina ritagliando la copertina.

Tavolino per i visitatori più piccoli con i libri di attività d’arte di Marion Duchars nella sala di accoglienza di Palazzo Sorbello

Oltre allo spazio per le letture, ho pensato di aggiungere un tavolo per i bambini non scolarizzati, con colori di ogni tipo e dei libri di attività d’arte di qualità a disposizione. Ad esempio, in questo momento ci sono Gioca con l’Arte e Let’s make some Art di Marion Deuchars, autrice di alcuni albi davvero brillanti sull’arte come Bob the Artist, Bob’s Blue Period, e in uscita Bob goes Pop purtroppo ancora tristemente inediti in Italia, serie in cui il corvo Bob, a disagio con il suo corpo, troverà il modo di apprezzarlo nella sua unicità diventando artista.
A questi spazi dedicati, ho voluto aggiungere sempre nella sala di accoglienza di Palazzo Sorbello una sagoma di benvenuto, ad altezza di bambino, con il protagonista del libro gioco del nostro museo che invita i piccoli visitatori ad entrare e a partire per un emozionante viaggio nel tempo alla scoperta del palazzo. La sagoma è double-face, in italiano e in inglese, voltabile all’occorrenza.

La sagoma di benvenuto per i bambini a Palazzo Sorbello

Di recente, in fase sperimentale, accanto al libro delle firme tradizionale per i visitatori adulti, ho voluto affiancare un libricino per i bambini dove sono invitati a lasciare un disegno delle opere che maggiormente li hanno colpiti durante la visita o a scrivere un pensiero sull’esperienza vissuta. I più interessanti verranno pubblicati sulla pagina Facebook della casa museo. Come sempre, i bambini lasciati liberi di esprimersi, sanno stupire e divertire. Alcune bambine hanno disegnato dei ritratti con nobildonne, figure probabilmente a loro familiari grazie alle numerose principesse delle favole, mentre altri bambini molto fantasiosi hanno preso spunto dai membri della famiglia Ranieri di Sorbello visti nelle sale nel supereroe “vampiresco” Ranieri, oppure si firmano con interessanti alter ego come “Donald Duck was here”. Altri ancora mettono su carta le emozioni nel venire a contatto con oggetti preziosi inconsueti per loro o esprimono soddisfazione nell’aver compreso le spiegazioni della guida nonostante la consapevolezza della loro “piccolezza”. Per me, come curatrice ed educatrice museale questo materiale è di grande interesse perché mi permette di entrare nello sguardo dei piccoli visitatori e di capire come percepiscono e vivono il museo ma soprattutto cosa ci proiettano di se stessi.

Il dipinto di una dama di Hanna nel guestbook dei bambini a Palazzo Sorbello

Essere un Museo Felice è un distintivo di cura e attenzione per l’infanzia e per i diritti del bambino in veste di fruitore museale, ancora poco considerato al di fuori di un contesto didattico. E’ altresì un’opportunità per mettersi in gioco come istituzioni e come professionisti museali, per approfondire la riflessione su ciascuno dei dieci punti della Carta Mom’Art, per reinventare l’esperienza di visita per le famiglie, trasformandola in un momento creativo e stimolante, da ripetere.

La meraviglia di Ginevra e la soddisfazione di Gianmarco nel guestbook dei piccoli visitatori di Palazzo Sorbello